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I ritardi nei pagamenti alle imprese del settore pubblico

I ritardi nei pagamenti alle imprese sono la causa di 1 fallimento su 4 e della perdita di 450.000 posti di lavoro all’anno. Se in passato ottenere un appalto pubblico era garanzia di guadagno e di sopravvivenza per le imprese di servizi, oggi si è trasformato quasi in una maledizione.

24 apr 2012 Consigli per la pulizia - Tempo di lettura: min.

pulizie
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I ritardi nei pagamenti alle imprese sono la causa di 1 fallimento su 4 e della perdita di 450.000 posti di lavoro all’anno. Se in passato ottenere un appalto pubblico era garanzia di guadagno e di sopravvivenza per le imprese di servizi, oggi si è trasformato quasi in una maledizione. L’indebitamento e la mancanza di liquidità in questo settore si ripercuotono direttamente sugli stipendi degli operatori delle pulizie, che in molti casi non vengono pagati per mesi.

Il ritardo dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni ha delle conseguenze enormi. Pensiamo alla pulizia di ospedali e altre strutture sanitarie. Si sono già fatte sentire le proteste degli addetti alle pulizie dell’Azienda Ospedaliera del CTO Maria Adelaide di Torino.

Il ritardo nei pagamenti affligge non soltanto le piccole imprese ma anche le grandi aziende di servizi che rischiano di chiudere anche per la concomitante mancanza di credito. Alcune imprese sopportano tempi di inadempienza che arrivano anche a 800 giorni e si calcola che lo Stato e i comuni abbiano un debito di 60 miliardi di euro nei confronti delle aziende (il 17% lo Stato, il 54% le Asl, il 20% i comuni). Le imprese che lavorano per il settore pubblico non possono interrompere la fornitura del servizio perché rischiano la denuncia per abbandono del servizio pubblico.

L’anno scorso è stata approvata al parlamento Europeo la direttiva- del 16 febbraio 2011/7/UE- che obbliga le P.A. a pagare le imprese entro 30 giorni e solo in casi eccezionali entro 60 giorni dall’erogazione del servizio. Nel caso di mancato pagamento le imprese hanno diritto a interessi di mora fino all’8% e ad un indennizzo di €40 e al rimborso dei costi sostenuti per il mancato pagamento. Gli stati hanno 2 anni di tempo per adottare la direttiva e quindi manca ancora un anno per l’Italia, uno dei paesi in cui il credito delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione è il più alto e i tempi di attesa più del doppio della media degli altri paesi europei (186 giorni di fronte ai 63 giorni). 

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